venerdì 30 novembre 2012


SVETONIO DE VITA CAESARUM LIBRO II-LXXII
In ceteris partibus vitae continentissimum constat ac sine suspicione ullius vitii. Habitavit primo iuxta Romanum Forum supra Scalas anularias, in domo quae Calvi oratoris fuerat; postea in Palatio, sed nihilo minus aedibus modicis Hortensianis, et neque laxitate neque cultu conspicuis, ut in quibus porticus breves essent Albanarum columnarum et sine marmo
re ullo aut insigni pavimento conclavia. Ac per annos amplius quadraginta eodem cubiculo hieme et aestate mansit, quamvis parum salubrem valitudini suae urbem hieme experiretur assidueque in urbe hiemaret. Si quando quid secreto aut sine interpellatione agere proposuisset, erat illi locus in edito singularis, quem Syracusas et technophnon vocabat; huc transibat aut in alicuius libertorum suburbanum; aeger autem in domo Maecenatis cubabat.Ex secessibus praecipue frequentavit maritima insulasque Campaniae aut proxima urbi oppida, Lanuvium, Praeneste, Tibur, ubi etiam in porticibus Herculis templi persaepe ius dixit. Ampla et operosa praetoria gravabatur. Et neptis quidem suae Iuliae, profuse ab ea exstructa, etiam diruit ad solum, sua vero quamvis modica non tam statuarum tabularumque pictarum ornatu quam xystis et nemoribus excoluit rebusque vetustate ac raritate notabilibus, qualia sunt Capreis immanium belvarum ferarumque membra praegrandia, quae dicuntur gigantum ossa, et arma heroum.


SVETONIO DE VITA CAESARUM LIBRO II-LXXII (TRADUZIONE)
Nelle altre manifestazioni della vita risulta che fu moderatissimo e senza sospetto di alcun vizio. Dapprima abitò nei pressi del foro romano sopra le Scale dei gioiellieri, nella casa che era stata dell'oratore Calvo; in seguito sul colle Palatino, ma tuttavia nella casa modesta di Ortensio e insigni né per l'ampiezza né per la raffinatezza, ne
lle quali c'erano solo brevi portici di colonne Albane e le camere erano senza alcun marmo né un pavimento raffinato. Per più di quarant'anni dormì nella stessa camera, sia d'estate, sia d'inverno, quantunque considerasse poco adatto alla sua salute il clima invernale di Roma e benché vi svernasse regolarmente. Se si proponeva di lavorare in solitudine o senza essere disturbato, vi era per lui uno studiolo al piano superiore che chiamava la sua "Siracusa" o il suo "ufficio tecnico": qui si ritirava, o anche nella casa di periferia di uno dei suoi liberti; quando era ammalato, dormiva nella casa di Mecenate.
I suoi luoghi di villeggiatura preferiti furono le coste e le isole della Campania, o le città vicine a Roma, come Lanuvio, Preneste, Tivoli, dove spesso amministrò anche la giustizia sotto i portici del tempio di Ercole. Detestava le case di campagna troppo grandi e lussuose. Fece distruggere al suolo perfino la casa che sua nipote Giulia si era fatta costruire con splendore. Le sue invece, sebbene modeste, le fece abbellire non solo con statue e con quadri, ma anche con porticati e con boschetti, e anche con oggetti curiosi per antichità e rarità, come sono i resti enormi di bestie mostruose scoperti a Capri e chiamati ossa dei giganti e armi degli eroi.

DOMUS AUGUSTEA


  1. DOMUS AUGUSTEA (18 foto)
    DOMUS AUGUSTEA (EX DOMUS DI QUINTO ORTENSIO ORTALO)Augusto era nato sul Palatino e lo scelse come residenza fin dall'inizio della sua carriera politica. Questo fatto fu determinante per il futuro del colle, perché da allora divenne naturale...

    per gli altri imperatori risiedere sul Palatino. Esso fu scelto da Augusto anche per il fatto che questa locazione lo collega direttamente con il fondatore della città Romolo, che qui nella grotta detta Lupercale venne allattato dalla Lupa con il gemello Remo.


    Il valore fortemente simbolico del luogo in cui Augusto sceglie di vivere si ricollega alla storia della fondazione di Roma, il suo stesso nome "Augustus" deriva dalla dizione "Rex Augur" riferita a Romolo. Ottaviano Augusto, primo imperatore di Roma, fa comprare altre sei case per ottenere una dimora di 8351 m² la quale viene inaugurata nel 36 a.C. Osservando la planimetria ricostruttiva della domus augusti si nota al centro un atrium con tablino, la parte sinistra è la domus privata, a destra la domus publica. Questa divisione della casa dell'imperatore rimarrà anche nella successiva espansione della domus augusti in epoca neroniana e Flavia, la domus augustiana, ed è portatrice di un importante significato politico: il principe è al tempo stesso figura privata e pubblica, non può spogliarsi del potere.


     Continuando l'osservazione della pianta si nota un'importante inclusione ad opera di Augusto: egli comprende nella propria casa il santuario del Lupercale, luogo sacro in cui Romolo fu salvato dalla lupa e dal re Faustolo. La domus augusti è il primo palazzo imperiale (da palatium, il nome del colle Palatino, appunto) e primo "museo" delle origini di Roma: nel 28 a.C. raggiunge i 22348 m² di estensione comprendendo la casa Romuli, il Lupercale e la porta di accesso al Palatino. La domus publica è la dimora del pontefice massimo, carica che Augusto ricopre, ed è parte integrante della dimora dell'imperatore. Essa comprende anche il culto dei Lari e di Vesta così come il tempio di Apollo, luogo in cui si conservavano i Libri Sybillini.










    Prospiciente al tempio di Apollo (Aedes Apollinis) è il Portico di Danao e delle sue figlie (Danaidi), a fianco, sulla destra, è la biblioteca con la Curia dove Augusto riceveva il senato. La struttura dell'intero complesso, come fa notare il prof. Andrea Carandini, sembra voler riprodurre quella tipica del foro, fulcro dell'intera città. Nella parte più bassa si trova il bosco per Apollo Liceo (Lupo), in latino la Silva Apollinis, il dio che aveva dato il regno a Danao e poi allo stesso Augusto. La selva di Apollo Liceo si trova al di sopra del Lupercale


     . Al centro è l'ara della Roma quadrata, memoria romulea in cui Augusto "rifonda" la città. Il fronte della casa era decorata con allori e foglie di quercia, richiami ad Apollo, e con la scritta "ob cives servantes". Il fronte della domus Augusti dava sul circo massimo con due rampe d'accesso, sotto si aveva l'accesso al lupercale, sopra alla dimora imperiale. Gli ambienti nel basamento del palazzo erano destinati agli schiavi e liberti che amministravano le ricchezze dell'imperatore. Ovidio definisce la casa di Augusto "tecta digna deo".

AUGUSTO C•IVLIVS•C•F•III•V•CAESAR•OCTAVIANVS

























MOSAICI ROMANI (Mostra Ex De Po Ostia Lido)